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La crisi del gas rafforza l’esigenza di politiche economiche in linea con le raccomandazioni europee
L’ultimo policy brief della Luiss School of European Political Economy (SEP)
di Ignazio Angeloni, Carlo Bastasin,
Lorenzo Bini Smaghi, Valentina Meliciani,
Stefano Micossi, Pier Carlo Padoan, Paola Parascandolo
Dopo la ragguardevole crescita del Prodotto interno lordo, ottenuta grazie anche all’azione di politica economica del governo Draghi, il prossimo anno la crescita dell’economia italiana sarà significativamente più bassa, per effetto di numerosi fattori di incertezza che si stanno accumulando e aggravano il rallentamento in corso. Senza efficaci risposte comuni europee, peraltro tutte da identificare, il drammatico aumento del prezzo del gas può precipitare l’economia in recessione.
A partire dal 2021, l’Italia ha dimostrato di avere le potenzialità per una crescita sostenuta. La ripresa dei servizi è stata più vigorosa del previsto, alcuni settori manifatturieri hanno saputo rispondere alle difficoltà con nuovo dinamismo.
La capitalizzazione del sistema bancario e l’indebitamento contenuto di famiglie e imprese hanno garantito resilienza al sistema. Tuttavia, è probabile che fin dai prossimi mesi peggiori significativamente il differenziale tra il tasso di crescita dell’economia e il livello dei tassi d’interesse. Questo differenziale è di importanza cruciale per determinare la sostenibilità del debito pubblico italiano e quindi la stabilità finanziaria del paese.
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