Venerdì 11 dicembre alle ore 11 si tiene la presentazione del libro di Francesco Maria Spanò "Gerace. Città Magno-Greca delle Cento Chiese".
Per discutere del libro, giunto alla terza edizione, partecipano insieme all’Autore, la Vice Presidente Luiss Paola Severino e il Direttore Generale Luiss Giovanni Lo Storto. Modera Aldo Cazzullo, Editorialista del Corriere della Sera.
L’evento sarà trasmesso in diretta streaming su Luiss Social TV.
Dalla Prefazione del Professore Luiss Lorenzo De Sio
Città Magno-Greca delle Cento Chiese, è avvincente e suggestivo per molti motivi. Appare anzitutto come un viaggio in un paese della provincia italiana, in una regione percepita come periferica, come la Calabria. E qui iniziano le prime sorprese, nello scoprire una vitalità umana, sociale e culturale inattesa; popolata da presenze attive e consapevoli, in un viaggio che è al tempo stesso nella memoria del suo autore ma anche nella storia del nostro Paese. Storia vista attraverso la lente accessibile e a misura d'uomo di vicende e storie locali, in cui tuttavia si sente l'eco di un periodo in cui l'Italia viveva grandi cambiamenti. Il tutto corredato da interventi di diversi geracesi – alcuni dei quali divenuti figure culturali di spicco, spesso lontano da Gerace – cui l'autore dà sapientemente voce perché ciascuno racconti un aspetto della sua città. È così che si forma un caleidoscopio di sguardi e di impressioni, la cui progressione – conclusa da alcune note familiari dell'autore – porta a un risultato inaspettato e paradossale: quello di far gradualmente evaporare la nitida immagine di Gerace. Immagine che evapora perché si afferma sempre più il senso di sfogliare una storia che potrebbe essere quella di mille borghi d'Italia, e di raccontare una memoria che potrebbe essere quella di ognuno di noi.
Francesco Maria Spanò, giurista con un passato da pubblicista, dalle esperienze giovanili nel mondo dorato di Gerace arriva a Roma dove diventa direttore delle risorse umane dell'Università Luiss Guido Carli. Sulle orme di personaggi illustri affascinati dalle bellezze artistiche e culturali di Gerace, come re Gustavo VI Adolfo di Svezia, e di uomini semplici, come don Carmine Rodinò "l'apparatore", è tra i promotori, insieme alla moglie Francesca e a tanti altri amici italiani e non solo, della candidatura di Gerace a sito del Patrimonio mondiale dell'umanità (UNESCO). Ha promosso la costituzione, presso l'ex carcere borbonico, del museo "I cinque martiri di Gerace", che diventerà uno dei pochi musei risorgimentali del Sud Italia.