Luiss Open: Accesso ai farmaci e concorrenza

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image-4 Lug 2019 - 3:45pm

Il 28 maggio scorso, in un'assemblea plenaria nella sede di Ginevra, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha adottato una risoluzione che esorta gli Stati membri a migliorare la conoscibilità dei prezzi di farmaci, dispositivi medici e nuove terapie geniche, nonché delle rispettive coperture brevettuali, di fatto in vista di una maggior efficienza dei mercati che consenta di garantire un più ampio accesso alle cure. 

Il documento, promosso dalla rappresentanza italiana, è stato al centro di un serrato confronto diplomatico tra parti favorevoli e contrarie che ha portato a una forte diluizione delle proposte iniziali: è infatti venuto meno l’impianto originario della proposta, incentrata sulla conoscibilità di costi (anche per R&D) e ricavi dei prodotti, con oneri di rivelazione direttamente a carico delle imprese, per passare a raccomandazioni circa una maggior trasparenza dei prezzi, implementabile in primo luogo da parte di amministrazioni pubbliche.

Tale esito non toglie una rilevanza perlomeno segnaletica della risoluzione quanto al rapporto tra accesso alle cure e sostenibilità degli acquisti dei farmaci, e ciò in una prospettiva globale che risulta l’unica idonea a gestire in maniera opportunamente congiunta la portata universale dei diritti umani e le dinamiche commerciali di riferimento.

Neppure va sottovalutato, si ritiene, come la tenzone ginevrina abbia fatto venire ben allo scoperto i diversi schieramenti e relativi orientamenti d’interessi, con effetti che andranno seguiti nel corso del tempo: per esempio, con la loro dissociazione espressa dalla risoluzione le rappresentanze di Germania e Regno Unito si sono esposte a un "additamento" dalla portata inedita (esemplare in tal senso è la lettura critica resa dal quotidiano anglosassone The GuardianLa stampa italiana generalista, al contrario, non pare aver dedicato alla questione l’attenzione che avrebbe meritato). 

L’accesso ai farmaci essenziali, ormai di rilevanza conclamata a livello politico globale, è anche al centro di un libro di recente pubblicazione, dove il tema viene trattato in una prospettiva molto affine a quella espressa dalla risoluzione dell’OMS.

"La cura della concorrenza. L’industria farmaceutica tra diritti e profitti", questo il titolo del libro scritto da Giovanni Pitruzzella (già presidente dell’autorità antitrust italiana, ora avvocato generale presso la Corte di Giustizia UE) e dall’autore di questo articolo, si concentra infatti sul ruolo riconoscibile a dinamiche di mercato efficienti e non volutamente manomesse dalle imprese per garantire la più ampia disponibilità di cure, raccontando una serie di storie antitrust per così dire esemplari, dalla più nota saga dei farmaci Avastin e Lucentis vissuta in Italia alcuni anni fa, a vari casi di “pagamento per ritardo” (pay for delay) registrati in USA e Unione Europea, con cui i titolari di specialità dai brevetti in scadenza avrebbero provato a tenere lontano dal mercato i produttori di versioni generiche. 

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<p>La risoluzione dell'OMS e il libro del Professore Luiss Luca Arnaudo e di Giovanni Pitruzzella, già presidente Antitrust&nbsp;</p>
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