L'importante affluenza di militanti e simpatizzanti del Partito democratico (Pd) alle primarie per la scelta del Segretario può indicare una nuova tendenza nel panorama politico italiano: il Pd infatti sembra allontanare lo scenario di un proprio tracollo, come quello subito dal Partito socialista in Francia, riuscendo invece a consolidare uno zoccolo duro di propri elettori da cui, potenzialmente, ripartire. È una tendenza, questa, confermata dall'analisi del Centro Italiano Studi Elettorali (CISE) sulle ultime tornate elettorali.
Quanto accade nel Pd è strettamente legato, ormai da qualche anno, all'andamento di un nuovo attore protagonista della scena politica nazionale, cioè il Movimento 5 Stelle (M5s). Prima di arrivare alle tendenze registrate più di recente, dividiamo l’andamento dei rapporti elettorali tra Pd e M5s in tre fasi differenti.
2008-2013: la prima Grande fuga dal Pd (e non solo)
Tra le elezioni politiche del 2008 e quelle del 2013, abbiamo assistito alla prima grande fuga degli elettori del Pd verso il Movimento. Nel grafico, dove sono rappresentate le percentuali di voto calcolate sugli elettori (e non sui voti validi), si può osservare che la freccia più spessa è quella in alto a sinistra, che va dal centrosinistra – e in particolare dal Pd – al Movimento 5 Stelle. Si tratta del deflusso principale di elettori dai vecchi partiti al nuovo movimento anti establishment. L'altro passaggio di voti, ma in misura inferiore, si è verificato verso i centristi di Scelta civica, come raffigurato con la freccia in basso a destra.