"È accaduto in Italia per la prima volta. Correva l'anno 1995". Inizia con queste parole il recente saggio intitolato "Lo storico capovolgimento delle popolazioni", firmato da Joseph Chamie, uno dei più illustri demografi dei nostri giorni e già direttore della Divisione perla Popolazione delle Nazioni Unite.
Lo "storico capovolgimento" di cui Chamie rintraccia le origini nel nostro Paese è il "punto di svolta demografico in corrispondenza del quale i ragazzi di una certa popolazione diventano meno numerosi degli anziani". Tale svolta nella storia della società umana si è verificata perla prima volta in Italia, alla metà degli anni 90 del secolo scorso. Cinque anni dopo, toccò ad altri sei Paesi – Bulgaria, Germania, Grecia, Giappone, Portogallo e Spagna –, poi ad altri ventitré Paesi fino al 2015.
Per avere un'idea della radicalità del mutamento in corso, si osservi che ancora 50 anni fa la popolazione mondiale contava 3,3 miliardi di persone, con una proporzione di oltre 7 ragazzi al di sotto dei 15 anni di età per ogni persona con più di 65 anni di età.
Oggi, su 7,5 miliardi di persone che popolano il pianeta, la proporzione si è dimezzata: ci sono 3 ragazzi per ogni anziano. In Italia la medesima proporzione si è prima capovolta e poi ingigantita, al punto che oggi ci sono 0,6 ragazzi per ogni anziano (in altri termini, per ogni 3 ragazzi ci sono 5 anziani).