LUISS Open: La criminalità informatica

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L'uso di strumenti digitali rappresenta anche la fonte di nuovi e diffusi rischi, implementati dalle dimensioni che può con essi assumere la violazione della privacy dei singoli, la captazione di dati sensibili per le imprese e per il mondo della finanza, l'aggressione a segreti nazionali relativi alla sicurezza ed alla difesa.

Rischi molto più difficili da contenere rispetto al passato, considerando che l'anonimato garantito dal mezzo informatico non solo rappresenta un incentivo al cyber attack, ma ne può moltiplicare le possibilità di riuscita, contemporaneamente indebolendo enormemente le possibilità di reazione efficace attraverso i sistemi sanzionatori tradizionali. Si pensi all'uso di bitcoin a fini di riciclaggio oppure a fini di estorsione in danno di aziende costrette a pagare per ottenere la restituzione di dati cancellati attraverso la intromissione di un virus.

Si pensi all'apertura e chiusura nel giro di poche ore di caselle di posta elettronica, al fine di perpetrare attraverso di esse truffe o altri reati contro il patrimonio. Si pensi alla possibilità di intromettersi nelle comunicazioni commerciali acquisendo l'identità di un altro soggetto ed ottenendo indebiti benefici. In altri termini, la duttilità delle tecniche d'attacco, richiede il costante adeguamento della reazione rispetto alle nuove forme di aggressione. Il contrasto della criminalità informatica è infatti reso particolarmente arduo dalla continua "metamorfosi" degli attacchi informatici sulla base dei nuovi ritrovati tecnologici.

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<p>Un estratto dall'intervento del Rettore Paola Severino al Forum di Cernobbio in esclusiva per il research magazine d'Ateneo</p>
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